LA FORZA DELLE PAROLE 2014
SULLE CATTIVE STRADE
MILESTONES THE GOLDEN AGE (1969 – 1971)
21 MAGGIO 2014 ORE 21.00 TEATRO IL FERROVIARIO
Prosegue Mercoledì 21 Maggio alle ore 21.00 al teatro Il ferroviario di Sassari la rassegna “La Forza delle Parole” organizzata dall’associazione culturale materia grigia.
Il terzo appuntamento della rassegna è dedicato ai mitici Rolling Stones con il progetto Milestones “Rolling Stones: the golden age (1969-1971)” introdotto dal giornalista Giacomo Serreli.
MileStones (Pietre Miliari) è un progetto che si propone di rievocare alcune tappe fondamentali della carriera musicale dei Rolling Stones, che nel 2013 hanno festeggiato i 50 anni di attività e la prossima estate torneranno in Europa ( il 22 giugno a Roma, Circo Massimo).
Il primo passo è dedicato a ripercorrere il “periodo d’oro” (the Golden Age) della band, che va 1969 al 1971, anni di svolta del gruppo, caratterizzati da alcuni eventi che ne determinarono il percorso successivo: dopo la morte, il 3 luglio 1969, di Brian Jones, due giorni dopo, il 5 luglio, gli Stones tengono l’epico concerto ad Hyde Park, con un pubblico di 500.000 persone, che vede l’esordio di Mick Taylor, giovane virtuoso chitarrista blues proveniente dai Bluesbreaker di John Mayall; a novembre 1969 viene pubblicato il fondamentale disco Let it Bleed (in cui qualcuno ha voluto vedere un antagonismo con il Let it Be dei Beatles) e, sempre a novembre, si tiene il tour negli USA, che sancisce la dimensione planetaria del gruppo. Nel 1970 segue il Tour Europeo e l’uscita del live Get Yer Ya Ya’s Out e nel 1971 vede la luce uno dei dischi più riusciti degli Stones, Sticky Fingers, celebre per la provocatoria copertina di Andy Wahrol e per alcuni evergreen come Brown Sugar e Wild Horses. Da questo momento, i Rolling Stones consolidano il loro ruolo come la più solida e longeva macchina da rock and roll della storia musicale.
La scaletta live del progetto, non a caso, attinge dalle tappe sopra richiamate, riproponendo, in versioni strettamente aderenti agli originali, classici come Satisfaction, Honky Tonk Women, Jumping Jack Flash, Midnight Rambler e molti altri. La band è composta da musicisti provenienti dalle formazioni blues “storiche” dell’Isola (Blues By Five, Blue Velvet, Hoochie Coochie Band, ecc.): Riccardo Frau alla chitarra solista, Mauro Aresu alla voce e armonica, Francesco Santu al basso, Luciano Uzzanu alla chitarra ritmica e Bastianino Ricciu alla batteria.
LA FORZA DELLE PAROLE “DA TENCO A GABER”.
L’elastico
Concerto con Andrea Desole, Uccio Soro, Peppino Anfossi, Andrea Lubino, Gabriele Desole
Martedì 25 Giugno alle ore 21 al teatro Il ferroviario di Sassari prosegue con il concerto “L’elastico” la rassegna “La Forza delle Parole: Da Tenco a Gaber” organizzata dall’associazione culturale “materia grigia”. Protagonisti della serata saranno Andrea Desole (voce), Uccio Soro (chitarra), Peppino Anfossi (violino), Andrea Lubinu (batteria, percussioni) e Gabriele Desole (basso elettrico) che eseguiranno un concerto tributo al grande artista milanese. Nel progettare questo concerto gli artisti hanno optato per una rilettura originale che tende a distaccarsi dalle peculiarità inimitabili di Giorgio Gaber. Allo stesso tempo questa rivisitazione cerca di raccontare Gaber in modo esauriente, passando attraverso le diverse stagioni che lo hanno visto protagonista sui teatri italiani, mantenendo sempre l’anima popolare del suo sentire, nutrendosene dal fondo e sino in fondo. Appare così da questa rilettura un autentico amante della canzone, uno scrittore innamorato di canzoni. Prima del concerto i Nasodoble presenteranno il loro primo videoclip con la canzone “Dall’altra parte del cancello” di Giorgio Gaber, tratta dal disco “Perigolosi”. Protagonisti sono l’attore comico Michele Manca e il pianista degli Area Patrizio Fariselli, con la partecipazione del piccolo Emilio, mentre la regia è di Roberto Achenza.
Il brano risale al 1973 e fa parte dell’album “Far finta di essere sani”, tratta il tema della normalità e della salute mentale attraverso l’allegoria del CANCELLO come limite sottile ma invalicabile, come mezzo di cancellazione dell’identità e dell’esistenza dell’individuo e come elemento di ambiguità nella rappresentazione del dentro e del fuori, della salute e della malattia, della normalità e della follia.
L’iniziativa sostenuta dalla Fondazione Gaber è organizzata dall’associazione “materia grigia” in collaborazione con la Compagnia Teatro ”La Botte e il Cilindro”, la Libreria Internazionale ”Koiné”, i “Bertas”, “La Camera Chiara” e il Circolo “Il Vecchio Mulino”.
La forza delle parole “Da Tenco a Gaber”. Bertas: Giorgio Gaber: le canzoni d’amore
Venerdì 21 giugno alle ore 21.00 al teatro Il ferroviario di Sassari I Bertas presentano il loro ultimo progetto musicale dedicato alle canzoni di amore di Giorgio Gaber. L’evento musicale, insieme alle prove aperte del 19 e 20 Giugno, è inserito nella rassegna “La Forza delle Parole: da Tenco a Gaber”, organizzata dall’associazione culturale “materia grigia” con il sostegno della Fondazione Gaber. Accompagnati da Giacomo Serreli, giornalista e attento conoscitore di Giorgio Gaber e della sua opera, i Bertas condurranno così gli spettatori attraverso un percorso di parole e musica che farà riscoprire alcune delle canzoni più intense dell’artista milanese, che oltre l’impegno ha nel suo repertorio numerosi brani sul tema dell’amore. Oltre l’associazione “materia grigia” Collaborano alla realizzazione della rassegna “LA FORZA DELLE PAROLE”, la Compagnia Teatro ”La Botte e il Cilindro”, la Libreria Internazionale ”Koiné”, gli stessi “Bertas”, “La Camera Chiara” e il Circolo “Il Vecchio Mulino”.
Bertas.
Nati nel 1965, sassaresi, hanno conosciuto, in quegli anni felici, i primi posti delle classifiche discografiche di vendita con Fatalità e, più tardi, Dondolo. Una volta affrancatisi dal tracciato loro assegnato, e sacrificati i buoni rapporti con le major, tornati in Sardegna hanno, per primi, liberato la lingua sarda dalle costrizioni del folklore, accostando innovazione e tradizione, o dall’uso parodistico e scherzoso, per aprirle le strade della musica leggera. Così, negli anni settanta, hanno riassaporato il successo con Badde Lontana. Da allora una lunga sequenza ininterrotta di concerti (oltre tremila) e decine di lavori discografici e progetti musicali e culturali. Dalle collaborazioni con le Corali Polifoniche ai Gruppi da Camera, dai Teatri alle Cattedrali. Una stagione significativa che ha avuto una svolta a partire dal 1993, anno cardine di una sorta di rifondazione, con l’album Amistade e con Como Cheria. Una stagione fortunatamente ancora non terminata, specialmente grazie all’affetto del pubblico.
www.bertas. org
Bertas
Mario Chessa: pianoforte, tastiere e voce
Carlo Costa: basso elettrico e voce
Enzo Paba: chitarre e voce
Marco Piras: chitarre
e i loro amici
Franco Castia: vocalist
Fabrizio Loriga: batteria
Daniele Manca: pianoforte e tastiere
Maria Rosaria Soro: vocalist
Enrica Virdis: vocalist
La Forza delle parole “Da Tenco a Gaber”. Mostra di pittura Percorsi Paralleli.
Venerdì 14 giugno alle ore 18.00 alla sala espositiva del Palazzo della Frumentaria di Sassari, si inaugura la mostra di pittura Percorsi Paralleli di Maria Vittoria Conconi e Laura Stara.
L’iniziativa aperta al pubblico fino al 21 giugno, è patrocinata dal Comune di Sassari Assessorato alle Culture e Turismo e si inserisce nell’ambito della rassegna La Forza delle parole “Da Tenco a Gaber”, organizzata dall’associazione culturale “materia grigia”.
Orario: dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Tutti i giorni escluso il lunedì.
Nasce a Sassari, dove vive e lavora. Si laurea in Scienze Politiche e, parallelamente, sviluppa una particolare passione per le arti, fra cui in particolare il disegno. Il suo percorso artistico inizia come autodidatta, con l’utilizzo di diverse tecniche di pittura.Interessata alla musica e alla canzone d’autore italiana, realizza dipinti sui personaggi e titoli del repertorio musicale “Da Tenco a Gaber”. Fra il 2007 e il 2012 ha esposto in diverse mostre personali, tra cui “Tenco, le donne e la musica” a Milano e Rescaldina (MI) e “I fiori di ieri” a Sassari. Ha partecipato, inoltre, a collettive organizzate dalla Fidapa e dal Comune di Sassari e alla collettiva “Donne in Aiacciu”, presso il Lazaret Ollandini Musée Marc-Petit di Ajaccio .
Laura Stara
Vive e lavora a Sassari. Il suo percorso artistico inizia da autodidatta vent’anni fa. Partecipa a numerose mostre collettive e rassegne d’arte regionali e nazionali, ottenendo premi e riconoscimenti critici. Nel 2001, una sua opera con un accenno di autobiografia viene pubblicata nell’edizione “Arte Italiana dal Novecento ad oggi.” Sue opere fanno parte di collezioni private.
“Da Tenco a Gaber: il teatro-canzone”. Incontro con lo scrittore Mario Dentone. Intermezzi musicali a cura della “Collezione Gaber” con Luca Imperio, Marco Pintus, Michele Garofalo, Paolo Carta Mantiglia, Riccardo Pintus.
Mercoledì 12 giugno alle ore 20.00 al teatro Il ferroviario di Sassari, continua con successo la rassegna La Forza delle parole 2013, organizzata dall’associazione culturale “materia grigia”, con l’incontro dal titolo “Da Tenco a Gaber: il teatro – canzone”. Parteciperà lo scrittore ligure Mario Dentone, autore di numerosi romanzi, fra cui “Il padrone delle onde” ed. Mursia vincitore del premio Marincovich, di saggi biografici e testi teatrali dedicati a Luigi Tenco, e curatore del corso “Tenco e Gaber, dalla canzone poesia al teatro – canzone” presso l’Università di Genova, con la quale collabora da anni.
L’incontro, moderato da Paolo Zicconi, sarà un’occasione per fare un excursus sul teatro – canzone da Tenco a Gaber e sarà arricchito da intermezzi musicali a cura del progetto “Collezione Gaber” con Luca Imperio, Marco Pintus, Michele Garofalo, Paolo Carta Mantiglia e Riccardo Pintus.
Collaborano alla realizzazione dell’iniziativa, la Compagnia Teatro ”La Botte e il Cilindro”, la Libreria Internazionale ”Koiné”, i “Bertas”, “La Camera Chiara” e il Circolo “Il Vecchio Mulino”.
Mario Dentone
Nato a Chiavari nel 1947, è cresciuto a Riva Trigoso e vive a Moneglia. Ha collaborato con la facoltà di Scienze della Formazione dell’ Università di Genova. Ha pubblicato varî romanzi: Equilibrio (1981, vincitore del premio “Rapallo Prove”), Al Mattino Era Notte (1983), Donna di carta velina (1988), Il gabbiano (1995), La Badessa di Chiavari (2007, messo in scena nel 2009 a Savona e su varie piazze, per la regia di Daniela Balestra; nel 2008 al romanzo è stato assegnato il primo premio assoluto “Il Maestrale” per la narrativa edita), Il padrone delle onde (2010, edito da Mursia; esaurito e ristampato dopo solo due mesi dall’uscita, oggi è alla seconda edizione e nona ristampa), Il cacciatore di orizzonti (settembre 2012, secondo romanzo della trilogia di Geppin Vallaro, il protagonista de “Il padrone delle onde”). Non mancano racconti e saggi pubblicati su riviste culturali, relazioni a convegni letterari e conferenze. Ricordiamo il volume di racconti La prima spiaggia (2007) e il saggio biografico Luigi Tenco – Per la testa grandi idee (2008). Da alcuni anni alterna l’attività narrativa con quella teatrale. Ha, infatti, pubblicato diversi testi, fra cui: Ho sentito cantare un angelo (1990, già rappresentato parzialmente a Genova e dedicato a Nicolò Paganini), Una prigione di vetro (1994, dedicato a Luigi Tenco, in scena a Genova e altrove nel 1997 e rimesso in scena nel 2007), Monsieur Proust (1998, anch’esso rappresentato parzialmente), Un grido taciuto (1999, su Cesare Pavese), Una notte da papa(2001, su Adriano V Fieschi, in scena con successo nelle stagioni 2005-2006), Chi ha vissuto la mia vita? ( 2005, su Luigi Pirandello, messo in scena nel 2009 a Campobasso per la rassegna Molise in teatro dal Gruppo Maschere Nude “Amici del Teatro Pirandelliano”, per la regia di Domenico Oriente), Anche il cielo è caduto (2007, atto unico sul crollo delle Torri Gemelle), La porta aperta (2010, atto unico), Gli occhi (2012, atto unico). Il testo teatrale su Paganini è stato tradotto per l’Università Bulgara, mentre presso l’Università di Genova sono state discusse due tesi di laurea sul suo teatro e una tesi sui suoi romanzi, tutte con relatrice Graziella Corsinovi che nell’anno 2005-2006 ha anche tenuto un affollato corso monografico sempre sul teatro di Dentone.
La forza delle parole “Da Tenco a Gaber”:
“Se ci fosse un uomo: gli anni affollati del signor Gaber” Un itinerario fra i pensieri e le parole del signor G con Giulio Casale.
Sabato 18 Maggio, alle ore 21.00, al Vecchio Mulino in via Frigaglia n.5 a Sassari, prosegue la rassegna “da Tenco a Gaber” La Forza delle Parole 2013, con la presentazione di “Se ci fosse un uomo: gli anni affollati del signor G” Un itirenario fra i pensieri e le parole del signor G con Giulio Casale .
Il cantautore, attore, scrittore, estraordinario interprete della complessa arte del teatro-canzone già leader del gruppo rock Extra, proporrà un excursus di canzoni italiane da Luigi Tenco a Giorgio Gaber, del quale ha recentemente portato in scena nei maggiori teatri italiani lo spettacolo “Polli di allevamento” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini premiato come miglior atto di prosa del 2007 con il Premio Enriquez.
L’incontro, organizzato dall’associazione “Materia Grigia” in collaborazione con la Compagnia Teatro ”La Botte e il Cilindro”, la Libreria Internazionale ”Koiné”, i “Bertas”, “La Camera Chiara” e il Circolo Culturale Enogastronomico Arci “Il Vecchio Mulino”, sarà anche l’ultimo appuntamento della rassegna “MusicaNarrante”, proposta dal Vecchio Mulino, che ha portato alcuni degli esponenti di spicco della Musica d’Autore Italiana quali Giancarlo Onorato (ex Underground Life), accompagnato dal talento italiano Guido Maria Grillo e dalla pianista jazz Meg Russo, e Stefano Giaccone (ex Franti e Kina) accompagnato dalla cantante jazz Giovanna Mais.
Giulio Casale (Treviso, 1971) è figura pressoché unica nel panorama culturale italiano: attore, scrittore, cantautore, straordinario interprete della complessa arte del teatro-canzone. Negli anni Novanta è protagonista della scena musicale quale leader del gruppo rock Estra, con cinque album all’attivo. Nel 2000 pubblica il libro di poesie “Sullo zero”. Al disco omonimo che ne documenta il reading dal vivo vengono assegnati il Premio Mariposa (2002) e la Targa Premio Grinzane Cavour (2003).
Nelle stagioni teatrali 2006/2008 propone nei teatri italiani “Polli di allevamento” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, spettacolo premiato come miglior atto di prosa del 2007 con il Premio Enriquez (Sirolo, AN). Ha elaborato drammaturgicamente i testi di Mario Capanna sul ’68 per lo spettacolo Formidabili quegli anni, da lui stesso interpretato, che ha debuttato con straordinario successo al Teatro Strehler di Milano nella primavera del 2008 e nel 2009 i diari di Nanda Pivano, cui aveva lavorato prima della sua scomparsa, per lo spettacolo “La canzone di Nanda”. “Intanto corro” (Garzanti, 2008) è la sua prima opera narrativa. È traduttore dei testi di Jeff Buckley (Dark Angel, 2007).
Il “live confindenziale” che proporrà nei locali del Vecchio Mulino sarà un occasione unica per condividere emozioni “a breve distanza”, l’artista che diventa uomo, il pubblico che si fa persona, in uno scambio reciproco di energia e umanità.
In scaletta i brani dell’ultimo disco “Dalla parte del torto”, alcune cover e molte sorprese. Ogni spettacolo per Giulio è un nuovo incontro poetico, mistico, affascinante, ogni incontro altra vita. E via: assecondando la (sua) metamorfosi.
Posti limitati, per info e prenotazioni: 079/4920324 – 3393407008.
Rassegna stampa: Alghero Eco, SardegnaMarenostrum, BuongiornoAlghero, Sardegnaeventi,
La forza delle parole “Da Tenco a Gaber”
“Qualcuno era comunista ” Incontro con Luca Telese. Interventi musicali a cura di Andrea Desole.
Lunedì 13 maggio alle ore 20.00 al teatro Il ferroviario di Sassari, prosegue la rassegna La Forza delle parole “Da Tenco a Gaber” curata dall’associazione culturale “materia grigia”.
Sarà presente il giornalista e scrittore Luca Telese che parlerà del suo libro “Qualcuno era comunista”, quasi ottocento pagine a raccontare la commedia umana, prima che politica, che travolse il comunismo italiano sotto la frana del muro di Berlino. La presentazione sarà arricchita dagli interventi musicali di Andrea Desole.
29 maggio 2009
Qualcuno era comunista
“Povero Achille, che notte dura. Ci sono le stelle, tante da far paura. Ah Tortorella! Raccontami ancora la favola bella. Ah, Ingrao! Raccontami ancora dello Zio Mao”. È nei versi di un anonimo pasquino, distribuiti di notte sulle sedie dei delegati al XIX e ultimo congresso del PCI, che ritroviamo la cifra del libro bello e alluvionale che Luca Telese ha dedicato alla svolta del 1989-1991. Da oggi in libreria con un titolo preso a prestito da Gaber (“Qualcuno era comunista”, Sperling & Kupfer, 22€) il giovane notista del Giornale e conduttore di Tetris dedica quasi ottocento pagine a raccontare la commedia umana, prima che politica, che travolse il comunismo italiano sotto la frana del muro di Berlino. Lo psicodramma che definì i binari comportamentali lungo i quali si sarebbe mossa la sinistra italiana nei vent’anni successivi. Sì, fino ad oggi. Perché anche se molti dei protagonisti di queste pagine sono ormai scomparsi o da tempo in silenzio, è impossibile non riconoscere in quel passaggio la fucina di molti dei modelli antropologici con i quali siamo alle prese ancora ai nostri giorni.
Tra gli elementi minori ma sempreverdi c’è ad esempio il protagonismo del “partito della satira che fa da pesce pilota al partito della politica”, come scrive Telese, con Michele Serra che assume dalla tribuna di Cuore il ruolo di guardiano ondivago della purezza morale insieme comunista e postcomunista. E quindi di colui che sfoggia disprezzo rituale per il riformismo migliorista a pochi mesi dalla svolta (“Se questa epoca storica pretende la scomparsa del comunismo, benissimo. Ci sono tante cose che possiamo fare, possiamo andare a pescare. Non possiamo però diventare quello che vuole Giorgio Napolitano, una sorta di partito repubblicano camuffato”, dirà nel marzo 1989 intervistato da Beppe Severgnini) ma che si precipita subito dopo a rassicurare il suo mondo sull’opportunità della mossa di Occhetto (“Credetemi, compagni, è meglio così”, il titolo di un suo celebre editoriale dell’Unità). Ci sono poi i prodromi di quello che avremmo chiamato girotondismo, in quei mesi incarnati dall’ala più intollerante della Sinistra dei Club che con Paolo Flores d’Arcais vede nella svolta l’occasione per liberarsi sulla sinistra di ogni partito quale che fosse. Lo stesso Flores che già in quei mesi diffonde liste di proscrizione abbondanti ancorché ecumeniche: “Vorrei un partito in cui non ci fossero Chiarante, Borghini, Corbani, Michelangelo Russo, Lama e Ranieri, Ingrao, Tortorella e Magri”, avrebbe detto al Corriere della Sera nel luglio 1990 pensando forse di accelerare il rinnovamento ma finendo per calcificare la contrapposizione tra Sinistra dei Club e il nuovo partito che andava nascendo.
Ma tra i comportamenti di allora che suonano ancora familiari c’è naturalmente molto di più classicamente politico. Quel politico che Telese fotografa con la lente del collezionista dei piccoli gesti che parlano più dei migliori discorsi, e dunque con un metodo giornalistico che nel suo caso è figlio tanto del leggendario cannocchiale di Giampaolo Pansa quanto della spietata microveggenza di Francesco Merlo. Per centinaia di pagine seguiamo quindi le orme di coloro che Luciano Lama chiamava nel 1990 “i dorotei comunisti, quelli che danno poca importanza ai contenuti e pensano soltanto al potere”, capitanati da un D’Alema già in pista per il comando e impegnato a ricucire sempre e comunque tra le varie anime di un PCI in via di inevitabile frantumazione. O anche la fissità della pregiudiziale antisocialdemocratica che accompagnò tutto il corso della trasformazione dal PCI in PDS, la stessa che impedì al nuovo partito di scegliere la strada allora ancora vitale del socialismo europeo e che oggi Livia Turco ricorda con disarmante franchezza: “Io non avrei mai accettato una Svolta che fosse semplicemente socialdemocratica. Non avrei potuto accettare di abbandonare il comunismo per… così poco”. Così come nasce in quel frangente la frenesia con cui si scelse e si sceglierà di fondare nuovi partiti invece di dedicarsi al ben più difficile mestiere di elaborare nuove proposte politiche, mentre ritroviamo in queste pagine il ritornello “Questo non è un nuovo partito, ma un partito nuovo” che ha accompagnato fino alla noia la nascita del PD.
L’apocalisse comunista, raccontata da Telese con la stessa capacità ossessiva che ha fatto del suo precedente “Cuori Neri” un libro di culto per un pezzo negletto d’Italia, è dunque una galleria di grandi velleità e piccoli fallimenti. Sullo sfondo di uno psicodramma che avrebbe rappresentato l’ultimo grande spartiacque della storia della sinistra italiana, dopo il quale niente sarebbe più stato uguale a prima ma che ci avrebbe consegnato un dopo destinato a rimanere sempre uguale a se stesso. Un libro costruito sulla premessa sentimentale di una superiorità berlingueriana che non fa i conti con le tare precisamente berlingueriane di cui questa classe dirigente non si è mai liberata. Ma anche per questo un libro-miniera che non si può evitare di leggere, come la migliore introduzione al ventennale del 1989.
Luca Telese, QUALCUNO ERA COMUNISTA pp. 756 , Sperling & Kupfer
Luca Telese
Giornalista parlamentare ed ex portavoce del Partito della Rifondazione Comunista e poi nell’ufficio stampa del Movimento dei Comunisti Unitari, inizia la sua carriera collaborando con l’Unità, Il Manifesto, Il Messaggero e Il Foglio. Nel 1996 è assunto ne L’Italia settimanale, diretto da Pietrangelo Buttafuoco. Collabora anche con la società giornalistica “La Vespina” di Giorgio Dell’Arti. Nel 2003 inizia a collaborare con Vanity Fair.Dal 1999 al 2009 lavora per il quotidiano Il Giornale, occupandosi soprattutto di quanto avviene nella parte sinistra del sistema politico italiano e di spettacoli e cultura. Per lo stesso quotidiano dal 2007 ha seguito in particolare il Partito Democratico. Sebbene stesse lavorando per Il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, il 21 agosto del 2008 Telese si definisce «un comunista italiano a lungo impegnato in un giornale di destra» . Il 14 agosto del 2009 lo stesso Luca Telese nel suo blog annuncia il passaggio da Il Giornale a Il Fatto Quotidiano, quotidiano diretto da Antonio Padellaro, edito dal 23 settembre, con cui collaborerà sino al giugno 2012. Dirige la collana “Radici nel Presente” della casa editrice Sperling & Kupfer. La collana dedica molta attenzione a vicende storico-politiche, «purgatorio infinito delle memorie indeterminate» con l’intento di illuminare «questa terra di nessuno così vicina e impervia, il nostro passato prossimo». È stato autore di alcune trasmissioni televisive (Chiambretti c’è, Batti & Ribatti, Cronache marziane) e conduttore del programma televisivo Planet 430, scritto insieme a Lorenzo Mieli e Vittorio Zincone. Ha partecipato prima alla conduzione di Omnibus Estate e poi di Confronti su Rai 2. Dal 2007 conduce su LA7 il programma Tetris che intreccia politica e Tv. In radio ha condotto Tabloid, rassegna quotidiana tratta dalle pagine interne dei quotidiani Italiani di Radio3, in onda dalle 9.30 del mattino. Per due anni è stato, dopo averla anche saltuariamente condotta, il contraltare di Giuseppe Cruciani a La Zanzara. È stato allontanato nel 2010 dopo aver definito Emma Marcegaglia “una cretina” per via del suo atteggiamento omertoso sul caso Nicola Porro (il vicedirettore de Il Giornale intercettato telefonicamente). Insieme a Roberto Corradi è stato l’animatore de Il Misfatto, il supplemento di satira de Il Fatto Quotidiano su cui di solito scriveva un corsivo contraffatto con la voce dei protagonisti della settimana. Dal giugno del 2010, con Luisella Costamagna, conduce In onda, talk show di approfondimento serale di LA7 (nel settembre 2011 Luisella Costamagna viene sostituita dal vicedirettore de Il Giornale Nicola Porro) e dal 4 maggio 2011 Fuoriluogo su Current.
Nel giugno 2012 Telese lascia il Fatto Quotidiano. Rientrato in Italia dalla Francia, dove ha seguito le elezioni presidenziali, trova in prima pagina sul Fatto un titolo (“Parmacotti”) che celebra la vittoria a Parma del candidato del Movimento Cinque Stelle. Il giornalista contesta al quotidiano la scelta di fiancheggiare i grillini.
Contestualmente Telese annuncia di essere già al lavoro per fondare un nuovo quotidiano nazionale, Pubblico Giornale, il cui lettorato di riferimento sarà costituito dagli elettori principalmente di sinistra. Il primo numero di Pubblico Giornale è uscito in edicola il 18 settembre 2012. L’esperienza si chiude però dopo tre mesi e tredici giorni dal primo numero.
Ha scritto sei libri: “La lunga Marcia di Sergio Cofferati” (Sperling & Kupfer 2003), “Lula! Storia dell’uomo che vuole cambiare il Brasile e il mondo” con Oliviero Dottorini – Castelvecchi 2003), ”Cuori neri” (Sperling & Kupfer 2006), “Qualcuno era comunista” (Sperling & Kupfer 2009), “La marchesa la villa e il cavaliere” (Aliberti 2011) e “Gioventù amore e rabbia” (Sperling & Kupfer 2011. Sempre per la Sperling cura una collana, “Le radici del presente”, che si occupa di raccontare il passato prossimo dell’Italia. In uno dei volumi, “Vite ribelli” ( 2007), ha pubblicato un racconto sul terremoto di San Giuliano. In una raccolta della Cairo Editore, “Ti amo ti ammazzo”, ha raccontato a modo suo, la storia de “La Marchesa a luci rosse” ( Anna Casati Stampa).
In un’altra antologia “ Invito alla festa con delitto” (2004) è stato pubblicato “L’Uomo che voleva uccidere Palmiro T.
Andrea Desole
Nasce a Sassari il 19 ottobre 1966. Fin dalla giovane età respira aria di musica e cultura teatrale, provenendo da una famiglia da sempre interessata e partecipe agli interessi culturali della propria città. Frequenta le medie presso il Conservatorio di Musica L. Canepa di Sassari studiando, come strumento principale, il pianoforte. Da sempre dotato di una vocalità interessante, approfondisce la pratica frequentando, già quindicenne, i primi corsi di musica jazz e canto che sono tenuti a cura dell’ARCI cittadina. Da subito le sue doti sfociano nelle prime esibizioni dal vivo con i primi compagni di avventure musicali, appassionandosi alla ricerca e alle contaminazioni tra musica colta e popolare. Scelta che, nella seconda metà degli anni ’80, lo porta a fondare, con Uccio Soro, Paolo Zannin, Massimo Cossu e Giancarlo Longoni, il gruppo degli ICE. Nel 1987 partecipano e vincono il Festival di Castrocaro con brano “MERE MANNA” .
Nel 1988 partecipano al Festival di Sanremo col brano “MAMA” entrambi scritti da Piero Marras e da loro rielaborati. In contemporanea firmano il primo contratto discografico con la RICORDI. Da lì seguono numerosissime partecipazioni a programmi televisivi nazionali suscitando vivo interesse da parte della stampa nazionale ed estera, oltre ad un’intensa attività Live. Con gli ICE, tournee dal vivo fino al 1992. Terminata l’esperienza ICE, prosegue sia come artista solista sia come autore di musiche e testi per se stesso e per diversi artisti isolani. Nel 1994 /95 è Lead Vocal dei CENTO, storica band sassarese. Nel 1998 entra a far parte dei PERICOLO GENERICO: band prettamente dal vivo con la quale si esibisce nei migliori locali italiani con un repertorio che spazia nella musica internazionale, fino al 2007. Nel 2009 produce artisticamente i “WHITE SUNSET” giovanissima band che porta alla vittoria del concorso nazionale “Italia Wave Love Festival” (Premio FAWI come miglior Band Emergente d’Italia). Nel 2010/12 collabora e partecipa al progetto e spettacolo “El Barbaro del Ritmo” con l’Orchestra Jazz in Sardegna diretta dal Maestro G. Agostino Frassetto. Come arrangiatore, vocalist, tastierista collabora nei vari anni con tutte le maggiori produzioni discografiche isolane tra cui: Piero Marras, Bertas, Orchestra Jazz in Sardegna, Cento, Tressardi, Falò, Arcano, Andreana Demontis.
La forza delle parole “Da Tenco a Gaber”.
“Hanno arrestato a Dario Fo”. Incontro con Pier Luigi Cherchi. Intermezzi a cura de “La Camera Chiara”
Lunedì 29 aprile alle ore 20.00 al teatro Il ferroviario di Sassari, prosegue la rassegna La Forza delle parole “Da Tenco a Gaber” organizzata dall’associazione culturale “materia grigia” con la prima presentazione del libro “Hanno arrestato a Dario Fo” di Pier Luigi Cherchi e Francesca Vargiu. Interverranno, oltre gli autori Pier Luigi Cherchi e Francesca Vargiu, anche Pier Paolo Conconi, regista de La Botte e Cilindro, e Fulvio Dettori, testimone diretto dell’arresto di Dario Fo. Parteciperà, inoltre, Stefano Landolfi, attore teatrale partenopeo che leggerà alcuni passi del librio e testi di De Andrè, Guccini e Venditti.
HANNO ARRESTATO A DARIO FO
Cosa è stato il sessantotto? Un anno particolare, durante il quale ampie frange della popolazione, costituite da gruppi sociali disomogenei (studenti, operai e gruppi etnici minoritari) hanno fatto sentire la loro voce in quasi tutti i paesi del mondo nel segno di una trasformazione radicale della società. L’evoluzione storica di questa ondata di rinnovamento politico e generazionale ha investito anche la Sardegna, un’isola, lontana dalle lotte razziali degli Stati Uniti e dalla guerra in Vietnam, che sentì comunque il bisogno di trasformarsi e di adattarsi alla nuova società nascente. Partendo dalle vicende estere e passando attraverso quelle italiane, viene descritto il periodo sessan- tottino sassarese, con la storia delle occupazioni (Università, Istituti medi), delle rivendicazioni studentesche ed operaie (La“battaglia dell’Upim”), degli assedi di via Roma alla sede MSI, delle manganellate, delle storie dei tanti protagonisti, ormai assopiti nella loro entusiastica veemenza giovanile, ma sempre coerenti con lo spirito di allora, come dimostrano le interviste riportate nel libro. La realtà “distruttiva” e non “costruttiva” del post sessantotto, il periodo buio degli “anni di piombo”, viene condensata in una cronaca di provincia, salita ai fasti di prima notizia sulle testate nazionali e la televisione: l’arresto di Dario Fo a Sassari al cinema Rex, al termine di una giornata di ordinaria follia, seguita da una straordinaria reazione popolare cittadina che molti ricordano ancora. E se qualche purista dovesse storcere il naso di fronte a quella “a” posta nel titolo davanti a “Dario Fo”rispondiamo semplicemente: “a Sassari noi parliamo così”.
Pier Luigi Cherchi è Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università di Sassari. Nel pieno della maturità accademica si è dedicato all’impegnativo campo della memorialistica, affrontando i grandi temi della società contemporanea, dal parto domiciliare nella società agro-pastorale della Sardegna del dopoguerra (“Il parto domiciliare nella Sardegna della prima metà del Novecento. Tradizioni e sapere medico”,TASEd.,Sassari,2005) , alla rivoluzione culturale dell’epoca beat dei mitici anni 60 (C’era un ragazzo che come me amava….,Edes Ed.,2008), al dramma dell’emigrazione meridionale nei Paesi mitteleuropei degli anni 60/70 , vista attraverso il “Magical Mistery Tour” in Germania di tre ragazzi sassaresi (“Prendi la chitarra e vai” , Edes 2010) fino all’ultima opera (“Hanno arrestato a Dario Fo!”) in collaborazione con Francesca Vargiu.
Francesca Vargiu, esperta di Storia contemporanea, laureata in Lettere moderne con una tesi sul Sessantotto, e’ laureanda in “Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale”, Laurea Magistrale presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche e sociali dell’università di Sassari. Nel campo della produzione multimediale ha curato riprese e montaggio di numerosi video-spot per l’ERSU, e collaborato alla documentazione audiovisiva del Progetto BACKSTAGE, nato dalla collaborazione dell’Università con l’ERSU e l’Accademia delle Belle Arti.
Fulvio Dettori, professore universitario e politico della sinistra istituzionale, testimone diretto dell’arresto di Dario Fo (organizzatore della serata quale Presidente del circolo ottobre, portato in questura insieme agli attori della compagnia).
Stefano Landolfi, specializzando in Ginecologia e Ostetricia, attore teatrale partenopeo leggerà alcuni passi e testi di Guccini, De Andrè e Venditti.